Natura del SudafricaIl Sudafrica rappresenta il miracolo stesso della natura, è un paradiso che non ha né tempo né età, è una terra che incute rispetto, dalle molteplici sfaccettature, con i meravigliosi tramonti nel bush ricchi di colori, le sue mandrie di bufali che corrono e alzano un polverone e i suoi leoni che ruggiscono per affermare il loro potere su questa terra, senza confini e mutevole, e più di ogni altra cosa affascinante.

Visitare i parchi nazionali e le riserve private è un’esperienza che non si dimenticherà per tutta la vita: la vita degli animali scorre tranquilla, protetti all’interno del loro habitat naturale, seguendo i ritmi che da millenni scandiscono il giorno e la notte, il gioco e la caccia.

All’interno di questi parchi e in queste riserve la flora cresce rigogliosa e la fauna è unica al mondo. I sudafricani pensano che i parchi debbano essere disponibili a tutti, perché loro per primi ne fanno uso per passarci le vacanze, programmare escursioni o passarci i week-end lunghi insieme a tutta la famiglia e stare a contatto con la natura selvaggia e incontaminata.

FAUNA

Come nessun altro paese al mondo, il Sudafrica possiede una varietà di fauna incredibile: ecco alcuni numeri per spiegare più approfonditamente. Le specie di mammiferi che vivono qui, tra le più spettacolari al mondo, sono 290; le varietà di uccelli invece 800; le specie floreali che sono state catalogate in tutto il Paese sono circa 24.000; i parchi e le riserve faunistiche sono 580 tra cui 1 parco marino e 17 parchi nazionali terrestri. In Sudafrica vivono i tre mammiferi terrestri più grandi al mondo: il più grande è l’elefante africano, seguito dal rinoceronte bianco e dall’ippopotamo; sempre qui si trovano i mammiferi più alti: le giraffe; quelli più veloci: i ghepardi; e uno dei più piccoli: il toporagno pigmeo. Durante un safari fotografico si possono avere molte probabilità di riuscire ad avvistare i famosi “Big Five” ovvero il rinoceronte nero, il bufalo, l’elefante, il leopardo e il leone; stesse possibilità di avvistamento hanno i meno famosi “Little five” ovvero lo scarabeo-rinoceronte, il tessitore dei bufali, il toporagno elefante, la testuggine leopardina e il formicaleone. Le specie di uccelli che si possono trovare sono più di 800, tutte diverse, come lo struzzo, l’otarda di Kori, le nettarine dai mille colori e gli stupendi fenicotteri.

Una tra le specie in via di estinzione più importanti è quella del rinoceronte nero, avvistabile molto spesso nella Mkuze Game Reserve e nell’Hluhluwe – Imfolozi Park; quella più a rischio di tutto il Paese è invece la razza del coniglio fluviale. A rischio ci sono anche il cane selvatico, l’antilope equina, la rondine blu, la gru dai barbigli, l’avvoltoio del Capo ed il pinguino africano.

I rinoceronti (Rhinocerotidae) sono, subito dopo gli elefanti, i mammiferi esistenti più grossi sulla terraferma. Le 5 specie rimaste dall’epoca preistorica si trovano soprattutto in Africa (il loro habitat è la savana e le zone di transizione) e in Asia (vivono nelle foreste tropicali); queste specie sono tutte a rischio di estinzione, ma sono praticamente quasi estinti il rinoceronte di Giava, quello di Sumatra e il rinoceronte nero

Le due famiglie di Rinocerotidi presenti in Africa al momento sono quelle del rinoceronte nero (Diceros bicornis) e quella del rinoceronte bianco (Ceratotherium simum). Il colore a cui si riferisce il nome, nonostante quello che si possa pensare, non è quello della pelle (che infatti è grigio per entrambe), ma bensì è dovuto al fango in cui si immergono per tenere la pelle umidificata e protetta dal sole, che quindi può essere scura oppure calcarea e quindi biancastra.

Il peso che il rinoceronte bianco può raggiungere si aggira sui 2700 chili. Questa specie, rispetto alle altre varietà di rinoceronte, ha una particolare propensione nel socializzare e stare in gruppo; infatti, mentre gli altri rinoceronti sono in genere più solitari, questa specie detta Ceratotherium simum vive in gruppi formati anche da 14 elementi.

Con il peso che può raggiungere, oltre le 3 tonnellate, e i2 mdi altezza misurata al garrese, è sicuramente l’animale terrestre più grosso, subito dopo gli elefanti. Ma effettivamente non è bianco, ma grigio: questo sbaglio nel nome è molto probabilmente dovuto ad una traduzione sbagliata del nome boero “wijde” (si pronuncia “uàid”) “largo”, dovuto alle sue labbra squadrate (la specie del rinoceronte nero ha invece il labbro superiore a punta). Questo termine è stato quindi tradotto, sbagliando, in “white” (bianco) invece che “wide” (largo) . Il rinoceronte bianco (C. s. simum) fu creduto estinto verso la fine dell’800, fortunatamente però ne vennero ritrovati alcuni esemplari in Namibia e in Sudafrica, e così, proteggendoli molto severamente, sono arrivati oggi ad essere circa 10.400 ed in costante aumento.

Per trovare il rinoceronte nero bisogna andare nell'Africa centro-occidentale, centro-meridionale e orientale, e pochissimi esemplari a nord della cintura di foreste pluviali in Camerun; purtroppo questa specie sta rischiando l’estinzione. Ad esempio la sottospecie settentrionale (C. s. cottoni) è particolarmente grave: ne sono rimasti 30 esemplari, che si trovano nel Parco Nazionale Garamba in Congo, e una decina che vivono in cattività.

La situazione di venti anni fa era ancora più drammatica: il numero si aggirava sui 12, al massimo 15. Il rinoceronte nero, anche lui di colore grigio, è di dimensioni più piccole: l’altezza è di circa 1.50-1.60 e arriva a pesare circa 2 tonnellate. Si trovano soprattutto in  Namibia, Sudafrica, Zimbabwe, Kenya e Tanzania in poco più di 2.700 esemplari. E pensare che negli anni ’70 erano in 65.000! Normalmente il rinoceronte nero è più solitario e diventa aggressivo se viene disturbato, mentre quello bianco è più calmo e socievole.

Tutte e due le specie africane amano decisamente stare nella savana aperta.

Le tre specie di Rinocerotidi che si possono trovare in Asia sono: il rinoceronte di Sumatra, il rinoceronte di Giava e il rinoceronte indiano. Questi, a differenza di quelli africani che abitualmente vivono nella savana, preferiscono rifugiarsi nelle foreste tropicali. La particolarità del rinoceronte di Sumatra è che è tra i più piccolini, arrivando a pesare “solo” circa 600-900 kg.

Le cause che si possono attribuire al rischio di estinzione dei rinoceronti (sia africani che asiatici) sono praticamente due: l’habitat sempre più a rischio di distruzione e il bracconaggio. Infatti vengono cacciati soprattutto per i loro corni, utilizzati come medicina per curare diverse malattie secondo gli usi e le tradizioni della medicina tradizionale asiatica. Nello Yemen i corni vengono importanti per diventare dei manici di pugnale. Tutto questo ha portato oggi ad esserci circa 300 rinoceronti di Sumatra e 70 di Giava, mentre per due sottospecie del rinoceronte nero la situazione è davvero terribile: se ne contano solo più due esemplari.

Tra le organizzazioni più impegnate per riuscire a salvaguardare queste specie di rinoceronte a rischio di estinzione c’è il WWF. Infatti, oltre a creare e rafforzare aree protette cerca di evitare l’abbattimento abusivo delle foreste e il traffico illegale dei corni.

La situazione generale è davvero drammatica, ma non tutto è perduto. Se alla fine del XIX secolo il rinoceronte bianco era praticamente sulla via dell’estinzione, oggi se ne possono contare 11.000 esemplari. Del rinoceronte nero invece si è passati dai 2400 esemplari della metà degli anni ’90 ai 3.600 attuali.

Un’altra specie a rischio (EN) secondo l'organizzazione Internazionale perla Conservazionedella Natura (IUCN) è quella del cane selvatico africano ossia il licaone (Lycaon pictus). Questo animale ha grosse orecchie rotonde, le zampe molto lunghe e il mantello variopinto di nero, giallo, grigio e bianco. Fino a non molto tempo fa si poteva trovare su tutto il continente africano, mentre oggi è sparso irregolarmente soprattutto nell’Africa Orientale e Meridionale, con alcuni branchi più piccoli a sud del deserto del Sahara. Una stima degli ultimi tempi vede il licaone presente in Africa in circa 5.500 esemplari pronti ad estinguersi nei prossimi 20-40 anni.

L’habitat ideale del licaone deve essere molto esteso e una grave minaccia alla sua sopravvivenza deriva proprio della sua frammentazione. Essendo un animale molto competitivo soprattutto con altre specie carnivore si trova in numero inferiore rispetto ad altri animali ed è quindi difficile trovare porzioni di territorio esteso senza che ci sia la presenza di altre specie che li lascino abitare lì. È molto sensibile alle malattie, ad esempio la rabbia, portate soprattutto dai cani domestici che sono una vera fonte di gravi patologie. Come se non bastasse, il licaone è direttamente cacciato dall’uomo con fucili, trappole e veleno e indirettamente ucciso dagli autoveicoli che passano sulle strade. Vari progetti di ripopolazione per evitarne l’estinzione sono stati portati avanti anche se un rientro nel loro habitat naturale dopo essere stati riprodotti in cattività è molto difficile a causa degli scontri che hanno con i nativi.

I mesi da giugno a settembre, quelli invernali, più freschi e secchi, sono il momento migliore per riuscire a vedere gli animali visto che le foglie sono meno fitte e gli animali tendono a riunirsi vicino agli stagni. Nel periodo estivo, da fine novembre a marzo, con il clima più caldo e piovoso, è più difficile l’avvistamento degli animali. È però il periodo migliore per chi vuole praticare del birdwatching.

FLORA

In questo Stato le varietà di piante che si possono trovare sono oltre 24000: esistono qui delle varietà molto rare che crescono senza nessuna difficoltà, ad esempio i gladioli, le protee, gli “uccelli del paradiso”, gli agapanti.

Il regno floristico del Capo, tra i sei che si trovano in tutto il mondo, è sicuramente uno dei più ricchi anche se è il più piccolo come estensione: infatti in 10.000 kmq si trovano circa 1300 specie  diverse,900 inpiù che non nelle foreste pluviali sudamericane. Partendo da Cape Poiint a Grahamstown fino ad arrivare all’Olifants River, la maggior parte della flora si trova racchiusa in aree protette come quelle sulla Table Mountain o nella Cape Peninsula. Il fynbos (letteralmente “macchia minuta”) è il tipo di vegetazione che prevale in questa zona; il nome deriva dalle foglie, strette e piccole, di molte specie qui presenti. In questo habitat molto particolare si trovano circa 8500 tipi di piante che per lo più crescono solo in questa zona.

Protea è il nome che viene dato a qualunque fiore della famiglia delle Proteacee, se ne contano circa 1400 specie, ed è anche il simbolo della Nazione sudafricana. Per riuscire a distinguere questi fiori si parte innanzitutto dallo studiarne la forma, molto caratteristica e inconfondibile. Un’altra caratteristica tipica è data dal fusto legnoso, poco ramificato, spesso e rigido; le sue foglie sono verde scuro, con una forma allungata, ovale o lanceolata, e cerose. D’estate sbocciano delle infiorescenze della larghezza di circa 10-25 cm, composte da piccoli fiori contornati da brattee variopinte; queste infiorescenze hanno svariate forme che possono ricordare dei grossi carciofi o delle pigne di conifera. I fiori che sbocciano su ogni pianta sono pochi ma la fioritura dura anche settimane. I colori delle brattee variano: possono essere rosa, bianco, rosso e arancione.

Il significato del suo nome deriva dal dio greco marino Proteo: egli aveva l’abilità di modificare il suo aspetto in caso di bisogno. Infatti, durante il momento dell’apertura definitiva,la Proteaclassica cambia incredibilmente: passa dalle sembianze di un carciofo (è detta in gergo botanico “Protea Cynaroides”) che mano a mano si apre mostrando dei colori vividi e arriva a sembrare una lontana parente di com’era all’inizio. L’ambiente per lei ideale è proprio in Sudafrica, qui cresce allo stato selvatico praticamente ovunque e la sua presenza endemica le fa guadagnare il titolo di “Regina del Sudafrica”, comparendo addirittura sulle banconote dello Stato. Si fa risalire la sua esistenza a 300 milioni di anni fa, rendendola così una delle più antiche piante botaniche conosciute. Con la deriva dei continenti il suo seme è stato sparso un po’ ovunque, riuscendo a fiorire in particolar modo anche in Sudamerica e in Australia. In Sudafrica si trovano le specie più conosciute come quelle del Leucadendron e del Leucospermum, mentre in Australia si trovala Banksia.

Grazie ad un clima molto più secco, nelle zone a Nord ovest si trovano le piante dell’euforbia e dell’aloe: sono una delle attrazioni più apprezzate del Northern Cape proprio perché particolarmente belle da vedere, soprattutto dopo una pioggia che ne esalta i loro colori brillanti. A differenza dell’enorme numero di fiori che possiede, il Sudafrica ha però poche foreste: nella costa meridionale si possono trovare quelle temperate (tra George e Porth Elisabeth, nel Kwa Zulu Natal ed in Mpumalanga) mentre a Nord-est di Porth Elisabeth ci sono quelle sub tropicali (a Transkei e nel Kwa Zulu Natal). Nel nord invece si trovano tratti di savana, con le sue acacie e i suoi arbusti spinosi.

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