Gastronomia sudafricanaOltre ad avere una cucina dai gusti internazionali di prima qualità capace di soddisfare i palati che non vogliono sperimentare piatti nuovi, la vera cucina sudafricana è un mix di gusti incredibile, sia per la grande scelta di piatti che di ricette. Il Sudafrica, essendo un paese dove diverse razze con le loro tradizioni si sono incontrate e mescolate, porta in tavola proprio questo stile di influenze dei popoli e delle culture che si trovano in essa.

Quello che il Paese offre ai turisti che vogliono sperimentare nuovi gusti in fatto di cibi e di vini è un’offerta davvero varia viste tutte le sue influenze: ricchi stufati di carne e di verdure, nati grazie alla fusione tra la cucina olandese dei primi coloni e i vegetali che vengono prodotti nella zona del Sudafrica; tantissimi piatti che, come ingrediente principale, hanno il mais, cereale che è stato a lungo il maggior sostentamento per tutta la comunità nera; piri piri proveniente dal Mozambico e le spezie di curry e coriandolo direttamente dal Sud Est dell’Asia.

Cibi

Qui, a causa degli influssi della cultura anglosassone, la prima colazione è fatta tipicamente all’inglese, con la grande scelta di dolci, di frutta e di piatti salati – le uova con bacon su tutti – da servire con il tè, il caffè, il latte o i freschissimi succhi. Sempre dall’Inghilterra arriva il rituale del tè: al mattino alle 11.00 o di pomeriggio alle 17.00, arriva immancabile ovunque ci si trovi, hotel o ristoro durante un’escursione, viene servito insieme a vari stuzzichini sia dolci che salati.

Essendo una terra compresa tra due grandi Oceani, è molto semplice qui trovare pesce freschissimo tutti i giorni, soprattutto sulle coste, dove lo servono dappertutto. Grazie alle correnti fredde dell’Atlantico, a Cape Town si trova molta scelta di crostacei: aragoste, ostriche e gamberi vengono proposti ad un prezzo decisamente ragionevole. Uno dei piatti tipici è il snoekbrai (ossia snoek alla griglia), uno stufato fatto con mitili, ostriche e aragoste un po’ speziati.

Ma non c’è solo pesce: parecchi piatti tipici locali vedono la carne come ingrediente principale. Data la presenza di grandi pascoli, qui i bovini vengono allevati solo all’aperto, rendendo così la loro carne buona e ricca come quella argentina. Nei ristoranti viene proposta una vasta scelta di carni (viene offerto tutto ciò che può essere fatto alla griglia): cacciagione, coccodrilli, struzzi, facoceri e kudu solo per nominarne alcuni.

Un’altra carne usata per la preparazione di molti piatti è quella di pollo, adatta a mille ricette differenti. Molto usate sono anche le carni di agnello e di maiale: sono la base per preparare il sosatie, dove, tagliati a cubetti e cotti allo spiedo con l’aggiunta di albicocche, vengono accompagnate da krummelpap, una polenta di granturco. Piatto molto diffuso in Sudafrica, in Swaziland ed in Lesotho è il mealie pap,  un porridge di mais ricco e sostanzioso accompagnato da salse o stufati.

Il barbecue, oltre ad essere tra le tradizioni sudafricane più apprezzate, è anche un’esperienza assolutamente da provare per chiunque apprezzi la carne ed un buon modo di socializzare e incontrare altre persone: la varietà di carni non manca – manzo, montone, agnello – tutte cotte alla brace accompagnati da una vasta scelta di verdure. Chi volesse spingersi nel provare qualche piatto particolare può assaggiare qualche specialità preparata con la cacciagione: arrosto, stufato e bistecche di selvaggina, sella d’antilope o brasato di struzzo, la scelta è vastissima! Come accompagnamento a questi piatti si può scegliere tra pane dolce, pane di granturco, frittelle di zucca e qualsiasi verdura si voglia.

Alcuni esempi di piatti tipici della cucina tipica afrikaaner (le cui origini risalgono addirittura ai primi insediamenti olandesi che si formarono in Sudafrica): il biltong, un classico spuntino a base di pezzetti di carne – struzzo, impala, bufalo, antilope – fatti seccare e adatti da servire assieme agli aperitivi; i rusk, biscotti a doppia cottura ideali per gli escursionisti odierni così come lo furono per i voortrekker dei tempi andati; le boerewors, le più vendute salsicce piccanti assieme alle braaiwors, ideali per essere fatte alla griglia, ma fatte con pasta meno pregiata; il pojiekos, uno stufato di carne e verdura da cucinare sui carboni ardenti per ore, una classica ricetta delle famiglie boere di un tempo.

Una cucina simile a quella afrikaaner è quella malese del Capo: nata dalla contaminazione dello stile della cucina degli schiavi malesi, provenienti dall’Indonesia o dal Madagascar, con quella dei primi coloni olandesi. La particolarità del sapore che ne deriva è dovuto all’abbinamento delle spezie esotiche con i prodotti del luogo, rendendola leggermente dolce ma assolutamente da provare. Il migliore è il bobotie: una miscela di carne, frutta e curry malese, molto speziato e particolare; il waterblommetjie bredie è un insieme di carne d’agnello, fiori di giacinto d’acqua e del vino bianco; viene molto richiesto anche il pesce marinato; come dessert si può provare il malva, una base di pan di spagna con l’aggiunta di marmellata di albicocche e aceto.

Per trovare i curry più buoni, si deve andare a Durban: una delle specialità locali è il bunny show, ovvero dello stufato al curry racchiuso in mezza forma di pane.

Le specialità culinarie tipiche si trovano un po’ ovunque: esse cambiano rispetto alla zona e alle influenze delle etnie che prevalgono, ma se non si può resistere alla cucina italiana, basta andare nelle maggiori città o nei grandi alberghi per trovare dei buoni ristoranti italiani.

E per finire in bellezza, non mancano i dolci, le marmellate deliziose e la frutta freschissima.

Vini

La vasta scelta di vini sudafricani è da tempo conosciuta e apprezzata ovunque nel mondo. I vini sono davvero ottimi. Tanto che pure gli esperti di tutta Europa ritengono che la produzione vinicola sudafricana non ha assolutamente nulla da invidiarci.

La zona del Capo venne scelta, nel 1659, per iniziare la coltivazione delle viti: con una tecnica curata e precisa nel raccogliere e far fermentare l’uva, con un terreno adatto e un clima molto favorevole, il vino che viene prodotto è delizioso e richiesto in tutto il mondo.
La scelta di viti è molto vasta, e si hanno anche diverse produzioni: tra i vini bianchi si va dallo Chardonnay al Riesling. I vino rossi sono anch’essi molto pregiati. Una gita che vale assolutamente la pena di essere organizzata, sia per sommelier che per qualsiasi amante dei vini che voglia scoprire le vasta produzione locale, è quella presso le varie aziende vinicole della zona di Cape Town: qui i produttori vinicoli danno la possibilità di visitare le cantine e assaggiare la loro produzione di vini accompagnati da squisiti stuzzichini, e magari riposarsi sotto qualche enorme albero secolare del parco che generalmente tutte queste stupende tenute possiedono.

Per garantire il consumatore sulla qualità dei vini, in Sudafrica viene applicata una normativa rigorosa: viene apposta su ogni bottiglia la certificazione di autenticità riguardo l’azienda di produzione, il tipo di uva usato, l’annata e l’origine. La denominazione di “champagne” relativa ai vini frizzanti non può essere applicata anche se i vini Chardonnay e Pinot Nero sono prodotti, con ottimi risultati, col metodo champenois .

Il Meerlust è una grappa particolarmente buona, realizzata in queste terre da un friulano che ha avuto molto successo. La scelta dei digestivi è varia e tutti ottimi. Il mampoer (si pronuncia “mampur”) è un distillato molto forte, fatto con la frutta – tipicamente pesca, albicocca o un frutto locale che si chiama marula; se invece si usa come frutta l’uva prende il nome di witblits, che letteralmente e giustamente, si traduce con “tuono bianco”.

La più importante azienda di distillazione di mampoer si trova nella piccola città di Groot Marico nella North-West Province, per chi volesse è possibile visitarla e provare il tour degustazione.

Un altro liquore tipico che va provato è il Kalahari Thirstland Liqueur, fatto con i frutti del deserto.

In Sudafrica la birra viene consumata in grandi quantità, e dato che il clima è particolarmente caldo le preferite sono quelle leggere come le lager e le pilsner. La birra che viene prodotta localmente proviene da un unico birrificio molto grande, ma girando il paese vi sono anche altri impianti più piccoli di produzione indipendente. La birra più venduta è la Mitchells di Knysna, e viene venduta nella birreria di sua proprietà sul V&A Waterfront di Città del Capo.

Una birra locale a base di sorgo o mais, che vale la pena di essere assaggiata, è quella che viene chiamata “shake shake” in quanto, per berla, bisogna prima agitare la lattina. Con pochi gradi alcolici è però molto nutriente, e più che essere una bevanda alcolica è quasi un alimento.

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